31.3.09

Per chi se lo fosse perso

Quando stamattina ho letto la notizia (una pagina intera su La Stampa) e mi è andato il caffè per traverso...Poi fortunatamente ho trovato le parole di Gramellini in prima pagina, che sintetizzano ed esprimono appieno il mio parere.
Il kamasutra della maestra

"Può darsi che abbia un po’ esagerato. Sì, può darsi che la maestra di una quinta elementare di Novara abbia un po’ esagerato nel rispondere in maniera esplicita alle domande dei suoi imberbi allievi, che durante una lezione di scienze su «corpo umano e apparato riproduttivo» le avevano chiesto cosa fosse il sesso orale e a cosa servissero, a letto, le manette e i frustini.

Anziché eludere la loro curiosità e spedirli dietro la lavagna con un libro di catechismo sotto le ginocchia, la maestra ha spiegato con tono asciutto che il sesso orale è quello che si fa con la bocca, e che frustini e manette sono dei giochi erotici. Le birbe hanno riferito a casa e, apriti cielo!, i genitori hanno chiesto alla preside la rimozione della pervertita.

Può darsi che abbia un po’ esagerato. Ma la maestra ha compiuto un’operazione importante: ha tolto al sesso la sua morbosità. Il sesso non è un peccato di cui vergognarsi, per poi alludervi di continuo nelle barzellette, nei balletti e nella pubblicità.

Il sesso è un gioco sacro che diventa vizio solo quando viene investito di un’aura perversa di proibito. Fra programmi televisivi e discorsi di adulti intercettati in casa, da quante parole e situazioni a sfondo sessuale viene aggredito ogni giorno un bambino di dieci anni?

Sì, può darsi che la maestra abbia un po’ esagerato. Ma mai quanto quei genitori che si sono scandalizzati per le sue risposte, invece di chiedersi in che modo i loro figli avevano appreso le domande."


Mi consolano anche molti dei commenti che potete leggere qui.
Anzi, vi invito a lasciare un commento.

Sono arrivata a scuola e ho letto l'articolo con i miei alunni e ci siamo scandalizzati insieme, non certo per una maestra che risponde ai suoi allievi, ma per dei genitori che non si fanno domande e non vogliono che i figli abbiano risposte (che in ogni caso trovano, se non dall'insegnante di scienze, appena si chiudono in camera con il collegamento ad internet e nessun controllo).

Un esempio: questa mattina avevamo le prove regionali delle olimpiadi di problem solving, davvero toste. I bambini sono stati bravissimi , due ore e mezzo concentrati su prove complesse. Ad un certo punto la domanda "Chi ha usato a Siracusa gli specchi ustori?" ..."Maestra!! Non lo abbiamo studiato!!" ...Non faccio in tempo a dire nulla (e nulla potevo dire) che suboto qualcuno è andato sul suo computerino, al motore di ricerca ed ha digitato "Siracusa+ specchi ustori". Il gioco è fatto, la risposta trovata.

...E secondo voi ci mettono di più a trovare risposte alle loro domande sul sesso?

Che ci sia modo e modo per parlarne è più che giusto, come sempre si deve scegliere un linguaggio adatto all'età dei nostri alunni, ma l'importante è parlare con loro.

In ogni caso, se anche l'insegnante avesse un po' esagerato nell'approfondimento, non si poteva risolvere tra docente e genitori la faccenda? C'era bisogno di una intera pagina di giornale (Gramellini, qui però è colpa anche tua, non sei tu il vicedirettore?) e di nortizie alla radio e alla televisione?

Povera collega, non parlerà mai più di educazione sessuale, e i suoi futuri allievi penseranno che sia una cosa davvero terribile visto che al solo accenno diventerà tutta rossa...

Piena solidarietà alla collega incriminata, mi piacerebbe avere un suo recapito per farle sentire che non è sola.

4 commenti:

  1. Anche a me una volta una mi ha chiesto come facessero due donne a fare sesso, perché mentre per i rapporti tra omosessuali maschi lo capiva, per le donne non le era molto chiaro... io ho cercato con tutto il tatto possibile di dare una risposta, non ci si può esimere dal rispondere. Forse un genitore dovrebbe domandarsi perché queste domande il figlio/a non le rivolge a lui. Fossi stata in quella maestra io avrei convocato i rappresentanti di classe dei candidi genitori per riferire l'accaduto, o nell'immediato avrei dettato una comunicazione sul diario, senza aspettare che le cose fossero raccontate dai bambini. Oggi come oggi è meglio cautelarsi visto che abbiamo a che fare non con padri e madri ma con sindacalisti dei figli.

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  2. Anonimo8:49 PM

    Ancher io avrei fatto come suggerisce Palmy. Oggi davvero non sappiamo più cosa dire e come fare, se fai in un modo ti attaccano, se in un altro idem! allora sia renda responsabilità alle famiglie su queste cose!!! e non solo alla scuola!i decreti delegati sono stati scamniati con il diritto di essere entranti ed ingerenti nella didattica, quando dovevano essere per una utile e fruttuosa collaborazione tra famiglie e scuola. qui invece di collaborare si fanno le guerre! Betti

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  3. Sono contenta di aver trovato il tuo sito. Il lavoro sulle simmetrie è bellissimo, specialmetne la parte su Chagall. Non giudico l'insegnante in questione, bisognerebbe conoscere i fatti e non leggere solo l'articolo. Sono d'accordo che si debba rispondere alle domande degli alunni. Bisognerebbe però sapere se erano spontanee o provocate da lei stessa. Il nostro è un lavoro usurante e, mi dispiace constatarlo quotidianamente, ma di insegnanti fuori di zucca ce n'è!
    P.S. Se fossi nei servizi sociali, però, indagherei sul perchè ad un bambino di quinta interessino manette e frustini!

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  4. Anonimo2:22 AM

    imparato molto

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