24.6.10

Cosa c'è di meglio




























...che festeggiare un altro anno che se ne va con un'impresa?
Io e l'Augusto siamo partiti da Briancon, e abbiamo raggiunto il passo del Lotaret e quello del Galibier (Con un'altezza di 2645 m, il colle di frequente è il punto più alto del Tour de France)

PERCORSO

...Cosa deve fare una donna, in questi tempi di crisi, per tentare di arginare la cellulite risparmiando su creme e liposizioni...!

21.6.10

Forse ma forse....


...Non dico nulla...Incrociamo le dita delle mani e dei piedi...Ma se tutto va come sembra andare...Questa volta ce l'abbiamo fatta...Aspettate e vedrete...Stiamo covando uovo grosso grosso...E guai a chi lo rompe!

18.6.10

A volte il destino...

Chissà com'è, chissà come non è, il corso sullo stress è stato rimandato...
E non ho neppure fatto riti Vudù...

13.6.10

Nel caso...Portatemi le arance...!



Dopo gli ultimi avvenimenti (riportati nei precedenti post) e un anno molto difficile per noi docenti a dire il vero non avevo nessuna voglia di partecipare al corso obbligatorio sullo stress organizzato nell'ambito del progetto sicurezza...Così mi sono chiesta: che mai potrà succedermi di grave se non ci vado?
Un corso sullo stress a parer mio dovrebbe essere un servizio e non un obbligo...E mi sono informata...

Ho scoperto così che siamo obbligati a partecipare (art. 20 c.2 lettera h del Dlgs 81/08 come mofificato dal Dlgs 106/09) e se non lo facciamo senza un valido motivo d'impedimento siamo perseguibili penalmente (art. 59 c.1 lettera a del decreto citato) e rischiamo l'arresto fino a 1 mese o l'ammenda da 200 a 600 euro.

Capperi, in poco più di un mese ho rischiato due volte la galera!

Se non mi presentavo in tribunale per riconoscere il ladro che ha rubato i computer a scuola mi è stato detto che i carabinieri mi sarebbero venuti a prendere a casa (io in tribunale ci sono andata, ma il ladro che aveva la mia stessa convocazione non si è fatto vivo, chissà perchè...)

E ora con tutto lo stress di quest'anno rischio la galera se non vado a un corso sullo stress...

Perbacco, mi sembra di vivere in un film di fantascienza!!

10.6.10

E come ciliegina...


Cari colleghi, non fatevi mancare la ciliegina sulla torta:

Ancora sulla manovra finanziaria: a regime ogni docente ci rimetterà mediamente 29.000 euro!


E con questo, carichi di buoni propositi e di entusiasmo per gli anni a venire...
Buona serata a tutti!

Dedicato a...

...A chi sta studiando per la maturità o per un esame universitario, a chi sta ancora ad ascoltare i discorsi sulla meritocrazia nella scuola, a chi si impegna ogni giorno in silenzio per fare un pezzetto di mondo migliore... A chi è disposto a fare la sua parte per superare la crisi, ma chiede solo di non essere preso per il...

ALZIAMO LA TESTA E LANCIAMO UN RUGGITO!!!

100 euro lorde a Circolo...


Questa è l'attenzione riservata a chi ha diritto all'istruzione ma ha difficoltà...
Che tristezza...

Da La Tecnica della Scuola
Disturbi di apprendimento: approvata la legge

di R.P.

Il voto finale in Commissione Cultura nel pomeriggio del 9 giugno. Nei prossimi mesi il Miur dovrà emanare appositi decreti attuativi, Poche le risorse stanziate: due milioni di euro per il 2010 e il 2011 (100 euro all'anno per ogni istituzione scolastica)
E’ formata da 9 articoli e 25 commi in tutto, la legge sulle “Nuove norme in materia di disturbi specifici d'apprendimento in ambito scolastico” approvata nel pomeriggio del giorno 9 in sede legislativa dalla Commissione Cultura della Camera.
Il testo approvato è identico a quello uscito dal Senato e quindi, a questo punto, l’iter parlamentare può considerarsi di fatto concluso.
La legge era attesa da tempo in quando proposte in tal senso erano state presentate già nel corso della precedente legislatura.
Il testo approvato è il risultato di un lungo confronto politico fra maggioranza e opposizione che hanno votato a fare del provvedimento in modo del tutto unanime.
La legge riconosce riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi specifici di apprendimento e si prefigge lo scopo di favorire il successo scolastico degli alunni affetti da DSA, anche attraverso misure didattiche di supporto.
Un aspetto importante riguarda la valutazione degli esiti di apprendimento che dovranno essere - dice la legge - “adeguate alle necessità formative degli studenti”.
I disturbi dovranno essere diagnosticati a cura dei servizi specialistici delle Aziende sanitarie; le famiglie, a loro volta, dovranno consegnare la diagnosi alla scuola che avrà l’obbligo di legge di organizzare “adeguate attività di recupero didattico”.
Non solo, ma la legge stabilisce anche che “gli studenti con diagnosi di DSA hanno diritto a fruire di appositi provvedimenti dispensativi e compensativi di flessibilità didattica nel corso dei cicli di istruzione e formazione e negli studi universitari”.
Più in particolare viene chiarito che agli alunni con DSA va garantito “l'uso di una didattica individualizzata e personalizzata, con forme efficaci e flessibili di lavoro scolastico”.
Negli anni 2010 e 2011 l’Amministrazione scolastica dovrà promuovere iniziative di formazione rivolte al personale della scuola ricorrendo ad un apposito stanziamento definito dalla legge stessa; si tratta in realtà di una somma poco più che simbolica: un milione di euro all’anno che corrisponde, a conti fatti, esattamente a 100 euro per ogni istituzione scolastica.
Nei prossimi mesi,ricorrendo ad appositi decreti, il Ministero dell’Istruzione dovrà dare attuazione alle legge definendo apposite linee guida per l’individuazione dei casi di DSA, indicazioni per la valutazione e per la formazione del personale.
10/06/2010


A proposito di "I disturbi dovranno essere diagnosticati a cura dei servizi specialistici delle Aziende sanitarie",
da molte parti mi sono arrivate voci che nelle ASL sta circolando l'invito a non fare più certificazioni dato che non ci sono fondi...
Avete notizie in merito?

7.6.10

Lo scempio della scuola pubblica sotto la scure di Tremonti

La riporto tutta qui questa lettera, è un grido di rabbia e di dolore che mi appartiene, così come appartiene a migliaia di docenti italiani. Poco importa se qui al Nord forse siamo messi un po' meglio, è solo questione di mesi e poi, come scrive la collega "Avrete compiuto il miracolo: unire di colpo nord e sud nella omologazione verso il peggio".

di Mila Spicola
Pubblicato su MicroMega



Ministro Tremonti,

dirà lei: non ne posso più di sentirvi, voi insegnanti. Molti lo stanno già dicendo insieme a lei. Eppure, non demordo. Ci sono due tipi di alunni svogliati: quelli che a furia di rimproveri continuano imperterriti a rifiutare qualunque invito alla responsabilità e quelli invece che, sentendosi ripetere sempre la stessa cosa, alla fine rinsaviscono per sfinimento. Voglio essere ottimista, annoverare lei tra i secondi e prenderla per sfinimento. Fosse anche una minima parte dello sfinimento che ho io, alla fine di quest’annus terribilis per la scuola italiana. Stanca, amareggiata, sconsolata, eppure lei non ci riesce a prendermi per sfinimento, continuo a protestare, come i soldati alle Termopili. Magari lei non ascolterà, ma qualche italiano di “buona volontà” , come si diceva una volta, sì.

Lei mi obbliga a violare la legge. Mi piacerebbe incontrarla per dirglielo guardandola negli occhi. Lei sta obbligando la maggioranza dei docenti italiani a violare la legge. E’ esattamente quello che accade in moltissime scuole italiane. Cosa significa infatti ammassare più alunni di quanti un‘aula può contenerne, se non violare la legge? Sono ben tre le norme violate: la normativa antincendio, quella per la sicurezza negli edifici scolastici e quella igienico sanitaria. Molti sanno che lei ha tolto ben 8 miliardi all’istruzione pubblica. “C’erano tanti sprechi e siamo in tempi di crisi, bisogna razionalizzare”, saggia e incontrovertibile affermazione. Così ha giustificato la cosa. Di contro, però, le spese militari ricevono 25 miliardi di euro e leggo in questi giorni di un bonus di 19 mila euro a classe per le scuole private e leggo anche di un aumento di circa 200 euro mensili per i colleghi di religione, buon per loro, non sia mai, ma allora non bloccassero i nostri per i prossimi secoli.

Mettiamoci d’accordo. C’è la crisi o no? Un giorno c'è, un giorno non c'è, un giorno è un "anatema psicologico delle sinistre" e l'altro giorno "dobbiamo fare sacrifici". Ma non tutti, attenzione: gli statali. Io mi sono arrovellata nel tentativo di capire dove fossero quegli sprechi quando, nell’agosto 2008, ho saputo degli 8 miliardi da togliere alla scuola pubblica. Ma lei ha fugato i miei dubbi: lo spreco era studiare l’italiano, e quindi via due ore. Lo spreco era studiare la tecnologia moderna e quindi via un’ora. Questo alle medie. Escano prima i ragazzi: così hanno tempo per riflettere. Lo ha detto il ministro Gelmini. Lo spreco era recuperare i bambini con difficoltà (cosa frequentissima nei contesti dove vivo e ho scelto di insegnare io, e cioè nelle periferie), e quindi via le compresenze in talune ore di due maestri nelle elementari: a questo servivano, caro ministro. Il tutto eseguito con la furia di un boscaiolo cieco che ha distrutto chiome sane, piante rigogliose e qualche ramo secco, ma troppo pochi, in cambio della distruzione della nostra foresta amazzonica: il polmone del nostro futuro. Quelle due ore d’italiano e le compresenze servivano anche a coprire le assenze dei colleghi senza ricorrere a supplenze esterne. Inoltre: aumentiamo i ragazzi per classe: fino a 30, 33, ma sì. Realizziamo un bel parcheggio per ragazzi, non una scuola certamente. Del resto sono altre le fonti vere della formazione: la vita, la strada, la televisione, il computer. Per chi vuole studiare veramente ci sono le scuole private. Studiare cosa e come poi è da vedere.

C’è un piccolo particolare: tutto ciò è anticostituzionale. La Costituzione riconosce alla scuola pubblica, statale, italiana il compito di formare e istruire gli italiani. Le private? Una scelta possibile, non obbligata. Non era un paradiso la scuola pubblica, prima di Tremonti, ma i problemi erano altri, non certo questi, ed era una bella scuola. Chi non deve parte della sua personalità a quel docente che non dimenticherà mai?

Torniamo alle sue motivazioni: la gestione dei singoli istituti, troppi soldi, troppi. E quindi tagli anche a quella: tagli alle ore e tagli ai finanziamenti per la gestione. “Facessero una colletta i genitori, e che sarà mai qualche decina di euro”. Nulla. Ma non c’era la crisi? Nella mia regione, in Sicilia, qualche decina di euro aiuta ad andare avanti. E così avete tagliato. Nella scuola dove insegno io, una normale scuola media della periferia palermitana, ma potremmo generalizzare a tutte le scuole medie d’Italia, siamo quasi alla paralisi. Avete compiuto il miracolo: unire di colpo nord e sud nella omologazione verso il peggio. Dico quasi, perché poi, incredibilmente, docenti e dirigenti sono diventati bravi a fare i salti mortali e le capriole all’indietro. Questo lo sapevate, vero? Qual è l’unica classe di lavoratori in Italia che, nonostante tutto, continua a lavorare senza grossi drammi? La nostra. Nel senso che lei aveva ragione e che quindi, nonostante i tagli, e visto che riusciamo ad andare avanti, la scuola non ha tutti ‘sti problemi? No, aveva ragione perché per noi quelli che non devono subire le ricadute gravissime della sua scelta scellerata, ripeto, scellerata, non devono essere i ragazzi: e dunque si alza la saracinesca comunque e si fa l'appello tutte le mattine.

Però sa cosa c’è? C'è che abbiamo anche sopportato e stiamo sopportando molto, ma l’illegalità di stato dentro una scuola no. Io non la sopporto e la denuncio. Tagliare completamente i fondi di gestione delle scuole ha comportato l’impossibilità di chiamare supplenti per coprire le assenze giornaliere, adesso che non ci sono più quelle due ore che servivano a coprirle. E dunque le classi si dividono in altre classi. Giornalmente. I ragazzini si prendono la loro sedia e vagano nei corridoi in cerca di spazio. Perdendo ore di lezione. E allora: posso sopportare di lavorare meno, posso sopportare di farlo in una scuola ammuffita, con l’acqua che filtra, senza vetri (lei mi dirà: si rivolga all’amministrazione comunale), posso sopportare di non avere carta igienica per i ragazzi, sapone nei bagni, riscaldamenti a singhiozzo. In una mia classe di prima media ho 23 bambini, 4 di loro con gravissimi disagi sociali e disturbi comportamentali (sono figli di carcerati), due con problemi di apprendimento e uno disabile grave. Io insegno arte: nelle mie ore non ho insegnante di sostegno, perché sono state tagliate le ore del sostegno, come tanti sanno. A volte me ne arrivano altri 3 o 4 da altre classi.

E allora mi dica lei qual‘è il diritto all’istruzione negata del mio alunno disabile? Qual è il diritto all’attenzione precipua negata ai 4 bimbi con problemi sociali? E ai due che non riescono a leggere senza distrarsi? E‘ una scuola di periferia, se non li aiuto io chi li aiuta? E il resto dei compagni? Non hanno diritto alla “normalità”? E poi viene la ministra Gelmini a parlar male dei docenti del sud, di come i nostri alunni sono in fondo alle classifiche delle prove di merito: ma in queste condizioni cosa vi aspettate? E’ già un miracolo se abbiamo le sedie nella mia scuola. L’inverno lo abbiamo trascorso con muffa e infissi rotti, che puntualmente aggiustiamo stornando somme da altri fini. “Si rivolga al Comune” dirà lei. Il suo sindaco di centrodestra ha tagliato anche lui tutti i finanziamenti alle scuole: sia per il funzionamento ordinario, sia per le manutenzioni. Non ci resta che Santa Rosalia. Macchè, manco la chiesa ci appoggia, noi sciagurati delle periferie, intenta com’è a salvaguardare le scuole private.
Lei lo chiama razionamento e si riempie la bocca di frasi assurde sul come l’Italia stia reggendo la crisi. Mi scusi: ma che cavolo sta dicendo? Lo deve dire lei, una statistica o io? Ho 253 alunni, 253 famiglie cioè: un bel campione di famiglie di periferia, come ce ne sono a migliaia nella corona delle città italiane. Forse ne so parlare meglio di lei degli effetti della crisi, sig. Ministro: niente fumo negli occhi ahimè a noi che le vediamo e viviamo la verità delle cose. Perché nemmeno il contributo di 15 euro annui riescono più a pagare. Un disastro che chiamo illegalità.

Io non posso adeguarmi. Non per me stessa, che alla fine noi docenti ci abituiamo a tutto, ma per loro. Non posso più tollerare che quei ragazzi siano il bersaglio vero delle nostre scelte. E’ questa l’illegalità, non solo la 'ndrangheta, la camorra e la mafia, è questo l’esempio in cui crescono i miei ragazzi sfortunati. Ma l’illegalità e il non rispetto della legge no. A Palermo no. Non in quel quartiere: la scuola non può tollerarlo perché è l’unico baluardo dello Stato. Porti solo la sua firma questo scempio: io non voglio rendermene complice. E non mi dica che sto facendo politica, che parlo male della scuola e che un insegnante non può farlo. Io non parlo male della scuola? Come potrei? E’ la mia vita. Io dico male della distruzione che ne state facendo, parlo male di voi, ecco perché non me lo permettete. Non di fare politica, bensì di esercitare un dissenso sacrosanto. Si difenda contraddicendomi con fatti. Parlo male... Faccio politica... dice? E sia pure! Io ne ho più diritto di lei, che sia chiaro: sono io a formare i cittadini di domani, mica Lei. Lei passerà, per fortuna, ma i docenti italiani ci saranno sempre a insegnare cosa voglia dire rispettare le regole, rispettare la legge, cosa significhino parole come “comunità”, come “solidarietà”, come “eguaglianza”, come “fraternità”. Questa è politica, caro Tremonti, ed è il senso del mio mestiere. Glielo insegno di più io, non di certo Lei che gli toglie maestri, risorse e ruolo sociale: perché se si permette di uccidere il mio ruolo, insieme al mio, annulla quello di studente. Non ci aveva pensato? Lasciate i fanciulli senza guida, ne farete dei tiranni, questo diceva Platone. Quante mamme non posso riconoscersi in quella frase ripercorrendo le lotte giornaliere con i loro piccoli tiranni?

Da qualche mese mi rifiuto di accogliere ragazzi provenienti da classi divise oltre il numero consentito. E lo farò anche a fronte di ordini di servizio scritti. Venga qualcuno a obbligarmi. Venga pure. Io mi rifiuto. Il mio Dirigente mi dirà: dove li metto allora? Io la rivolgo a Lei questa domanda: dove li mettiamo? La rivolgo ai suoi elettori, che sono anche genitori: dove volete che li mettiamo i vostri figli?

E allora le faccio una proposta indecente davvero: di quei 25 miliardi alle spese militari destini nuovamente alla scuola pubblica gli 8 miliardi tolti. Oppure assegni i proventi del lotto per un anno alla messa in sicurezza degli edifici scolastici: sono questi i monumenti culturali dell’Italia che amo. La smetta di giocare con la vita e con l’istruzione dei nostri figli. Anzi, le dico di più, se posso: se ne vergogni.

(31 maggio 2010)

E brava Stefania!

Scovato oggi, della bravissima amica Stefania Garione.

6.6.10

La prof: io brava, manovra ingiusta

Da La Stampa

Intervista ad una docente delusa dalla manovra che prevede un meccanismo di penalizzazione iniquo.

da leggere. Da commentare.

4.6.10

Intervento di Marco Guastavigna al convegno sulle lim

Sapevo che sarebbe stato rapido come un fulmine...Ecco gli interventi di cui scrivevo ieri.





Office 2010 e le LIM


Ieri sono andata al Convegno organizzato dal Majorana di Grugliasco su Office 2010 e le lim

Questo il programma:

14.00 Accoglienza e saluti

14.15 Dario Zucchini - Marco Guastavigna - Stella Perrone
Le potenzialità delle LIM e il supporto dell'Associazione Dschola
Come esprimere al meglio le potenzialità di una LIM e come non rimanere vittima di approcci errati e di banali problemi tecnici.

14.45 Ivan Renesto
Didattica in aula con Office 2010 e le LIM
Utilizzo di Office 2010 in combinazione con le Lavagne Interattive Multimediali, a supporto della didattica in aula e dell’apprendimento individualizzato.

15.30 Ivan Renesto
Lezioni interattive e video didattici
Creazione di lezioni interattive con Microsoft PowerPoint 2010 + Academic Toolkit e realizzazione di video didattici

16.00 Ivan Renesto - Dario Zucchini
Classi virtuali, collaborazione online, Share.Dschola e live@edu
Creare ambienti Web per la collaborazione tra docenti e studenti, per facilitare lo studio ed il lavoro cooperativo e per accedere agli elaborati sia da scuola che a casa.

16.30 Cofee Break

16.40 Ivan Renesto
Didattica a distanza e interazione multi-LIM
Abilitare la didattica a distanza, verso sedi remote appartenenti a Istituti di comunità montane, verso studenti degenti in strutture ospedaliere, verso discenti che non hanno la possibilità di essere presenti in aula o che optano per una modalità di fruizione e-Learning.

17.00 Marco Berardinelli
1:1 Learning – il computer in aula o nei laboratori a basso costo
L’evoluzione dei modelli di apprendimento, dai laboratori alle classi tecnologicamente avanzate, e le tecnologie abilitanti: Shared Resource Computing.

17.30 Chiusura Lavori


Per certi versi mi ha fatto bene allo spirito immergermi per qualche ora in un panorama alla Matrix, prima di ripiombare nel grande baratro della realtà scolastica italiana (altro che cratere di Città del Messico...)

Ottimo (come sempre) l'intervento di Marco Guastavigna, ricco di spunti di riflessione e suggerimenti. Spero che a breve lo pubblicherà in slides e in video, che puntualmente vi segnalerò.

Ivan Renesto è stato molto chiaro ed esaustivo nell'illustrare il nuovo prodotto a disposizione delle scuole. Attualmente sulle LIM vengono usati prodotti spesso non compatibili tra di loro; in un prossimo futuro si avranno interfacce note, consolidate e rassicuranti e a formati standard, caratteristica importante anche dal punto di vista dell’editoria scolastica.

I nuovi prodotti saranno disponibili da fine giugno, a prezzi direi accessibili per le scuole.

Personalmente sto pensando di far installare l'unica LIM che riceveremo nel Circolo (4 plessi di scuola primaria e altrettanti dell'infanzia) nella famosa via pedonale di Rivoli (Via Fratelli Piol): non si farebbe torto a nessuno, si potrebbero fare lezioni all'aperto per la cittadinanza un po' come in Africa sotto il baobab...

O almeno si guarderebbero le partite dei mondiali!

p.s. per chi si chiede perchè Microsoft e non Opensource al momento rispondo che aspetto con ansia prodotti opensource compatibili con tutti i sistemi delle lavagne interattive.

5 anni in più




Roma, 3 giu. (Apcom)

"L'Italia deve accelerare sull'innalzamento dell'età pensionabile delle donne che lavorano nell'amministrazione pubblica. La parificazione dell'età tra uomo e donna a 65 anni deve essere fatta immediatamente. A chiederlo è l'Unione europea che dopo la sentenza della Corte di giustizia europea del 2008 torna a dettare il suo ultimatum al governo. Con le regole attuali andate in vigore quest'anno l'innalzamento sarà graduale a arriverà a regime solo nel 2018. Alcune bozze della manovra appena varata dal Consiglio dei ministri avevano anticipato al 2016 l'equiparazione ma poi sono state eliminate dalla versione definitiva del testo. Ma Bruxelles non vuole aspettare il 2018 e non concede all'Italia alcun periodo transitorio. L'equiparazione graduale dell'età pensionistica entro otto anni, equivale, per l'Unione europea, al mantenimento del trattamento discriminatorio..."

Ma ma ma, mi sta sfuggendo qualcosa...Sono sicuri che la discriminazione stia SOLO nel mandare in pensione prima le donne? Perchè SOLO di questo si parla...

Sono andata a spulciare qua e là e ho trovato notizie che, come immaginavo, fotografano una realtà di discriminazione ben più grave.
"Stipendi delle donne più bassi"

Certo, l'età della pensione anticipata per le donne le rende ancora più povere e le rinchiude nel loro ruolo di dispensatrici di welfare gratuito (con ruoli di badanti, infermiere e baby sitter...)

E allora? E allora con i soldi risparmiati, dobbiamo pretendere che sia agevolata la vita delle famiglie e quindi reso più facile il lavoro delle donne stesse.
Questo significa: asili nido, assistenza agli anziani, congedi parentali per gli uomini, e azioni positive per agevolare il lavoro delle donne nelle aziende.
E stipendi uguali.

A quando un richiamo della UE perchè l'Italia offra servizi decenti alle famiglie? Niente asili, meno tempo pieno, pochi ricoveri e assistenza agli anziani e invalidi...

Forse è perchè non ci sono i soldi e se le donne andranno in pensione 5 anni dopo i servizi saranno possibili?

Per chiarirmi le idee prima di dare giudizi sto seguendo i commenti all'articolo sul Corriere della Sera, alcuni davvero interessanti, che aiutano a vedere il problema da diverse angolazioni.

Però, poveri bambini, mi chiameranno nonna Paola...

2.6.10

Nella gelosia c’è più amor proprio che amore.

François De La Rochefoucauld

La Serra e il vasto anfiteatro morenico di Ivrea


Bellissima gita in bicicletta!


LOCALITÀ DI PARTENZA E DI ARRIVO:Ivrea
LUNGHEZZA:50 Km circa
GRADO DI DIFFICOLTÀ:medio
DISLIVELLO:circa 600 metri
FONDO:asfalto 80% su strade secondarie e 20% di sterrato


Qui l'itinerario che abbiamo seguito


Si passa da:

Viverone
Lago di Bertignano
Monastero di Bose
Magnano (famoso per il suo ricetto)

1.6.10

Il docente paga più del manager


ItaliaOggi: Il docente paga più del manager
01-06-2010

Di Alessandra Ricciardi


Tra blocco del contratto e scatti congelati, tagli del 10%

Hanno uno stipendio che nelle migliori delle ipotesi non arriva, a fine carriera, neppure alla metà dei 90 mila euro dei dirigenti pubblici, tetto massimo oltre il quale la manovra finanziaria di quest'anno fa scattare il taglio dei 5% dello stipendio sulla quota eccedente, che sale al 10 per buste paga over 150 mila.

Eppure per loro, insegnanti, ausiliari, tecnici e amministrativi, il taglio sarà ben più consistente, arrivando, secondo quanto stimano pressoché tutti i sindacati sulla base di dati del ministero dell'economia, anche al doppio, il 10%.
È l'effetto della somma delle due misure che, salvo novità, scatteranno nella scuola con il decreto finanziario: blocco dei contratti per un triennio e congelamento degli scatti di anzianità. Due misure sulle quali vanno avanti i tentativi delle forze sindacali di addolcire le durezze del ministro dell'economia, Giulio Tremonti.

Il ventaglio delle possibili soluzioni propone un recupero almeno parziale dei mancati aumenti contrattuali, in una fase successiva a quella del triennio lacrime e sangue, la spendibilità ai fini giuridici, ovvero pensionistici, dello scatto non maturato economicamente e un piano di assunzioni per almeno 20 mila posti nei prossimi due anni. Anche perché la scuola risulta essere tra i pochi comparti ai quali non si applica il blocco del turn over. Modifiche su cui le trattative entreranno nel vivo probabilmente in sede parlamentare.

Il blocco dei contratti, tenendo conto del nuovo tasso europeo di inflazione, comporta una perdita stimata in circa il 6% a fine triennio: in media, 150 euro al mese.

A cui si aggiunge la perdita dello scatto di anzianità.

Il congelamento comporterà un mancato guadagno immediato per circa 250 mila insegnanti.

Lo slittamento della carriera, invece, varrà per tutti.
Ebbene per chi ricade nell'arco temporale 2010-2012, la perdita dello scatto vale un taglio della busta paga annua che va dagli 800 euro di un collaboratore scolastico ai 2000 euro di un prof di scuola secondaria, che diventano 2900 se in gioco c'è l'ultimo gradone. E non è finita.
Perché la manovrona precisa che nessun dipendente pubblico potrà avere nei prossimi tre anni stipendi superiori a quelli in godimento nel 2010, «compreso il trattamento accessorio».

In questo modo, si vanno a far benedire anche gli aumenti di merito a cui ha lavorato negli ultimi mesi il ministro dell'istruzione, Mariastella Gelmini, chiedendo incessantemente al Tesoro la spendibilità immediata della prima tranche dei risparmi frutto dei tagli del decreto 112/2008: 300 milioni. Congelati pure questi.