26.2.14

23.2.14

Noi e l'ambiente


Cercando materiale per arricchire la mappa su scienze e tecnologia nella scuola primaria mi sono imbattuta in questo bellissimo spazio pieno di spunti interessanti.

Questo sito documenta le attività degli alunni e degli insegnanti delle scuole primarie statali Via Conforti e Boschetti Alberti di Rimini.

Maria: una tenera storia di amicizia

21.2.14

La maestra


Vista da fuori è una donna come le altre. A volte anche un uomo, in quel caso è un maestro. La maestra è vestita da maestra, cioè comoda, che possa rincorrere un bambino in corridoio, sedersi per terra a fare un cerchio per giocare a Palla nome e, soprattutto, ricevere lacrime e altri prodotti secreti (ma non tanto segreti) da piccoli occhi e nasi generosi.

La maestra è tale se dotata di bambini. I bambini, quando c'è la maestra, diventano alunni, anche se spesso si sbagliano e la chiamano mamma.

Se è un maestro, però, non lo chiamano papà. Chissà perché.

Ci sono maestre bionde, more, perfino rosse e con le lentiggini; alcune sono ricce, altre lisce, altre portano la coda. Ma tutte, proprio tutte, hanno la voce alta, forte e chiara.

La voce della maestra si abbassa quando racconta una storia o vuole fare la misteriosa.
Quando invece la maestra urla, allora sono cavoli amari.

La maestra è fatta per passare ai bambini tutte le cose che sa.

Se guardi bene dentro la maestra, ci trovi le tabelline, il teorema di Pitagora, la prova del nove, I Sumeri, Romolo e Remo, il congiuntivo, il gerundio, il Passero solitario e Rio Bo.

Quando tutto funziona bene, i bambini imparano le cose che la maestra sa e lei dopo le ricorda ancora come prima. Anzi, meglio: non perde per strada neanche una virgola, né un aggettivo o un pronome. Una maestra si può dividere per venti e anche ventotto bambini, e ce n'è sempre per tutti.


Quando la maestra ha finito tutto quello che ti doveva insegnare, diventa la maestra di qualche altro bambino.


Allora ti capita di incontrarla al supermercato o in chiesa o all'ufficio postale e la saluti un po' vergognoso, lei invece vorrebbe abbracciarti.


La maestra si ricorda per sempre le facce dei suoi alunni, i nomi magari li confonde. Ma se qualcuno comincia l'elenco, allora va fino in fondo: Amadei, Bacchini, Bosi, Ceci...


Quando sei grande e cerchi le cose imparate, una poesia, il nome di un fiume, la storia di Pinocchio o quanto è alto il monte Bianco, basta che chiudi gli occhi e le trovi tutte là, come ce le ha messe la tua maestra. In fila per due, i piccolini davanti, senza spingere. 


MG Serradimigni

8.2.14

Byod


BYOD (Bring your own device). 
L'idea è quella di permettere agli studenti di portare a scuola i propri computer, cellulari e tablet da usare insieme ai compagni e all'insegnante per fare scuola. 
Ne avevo già parlato qui l'anno scorso.
Qui voglio segnalare l'esperienza della collega, amica di rete e co-amministratrice del mega gruppo "insegnanti" su Fb Annarita Vizzari

Vai all'articolo e al video.
In particolare trovo interessante il coinvolgimento delle famiglie

Quanto ne sapete di storia dell’arte?





Brava come sempre Emanuela Pulvirenti che, dopo alcune notizie inesatte che sono girate in rete in questi giorni circa l'abolizione delle ore di storia dell'arte nelle scuole, ha preparato per tutti noi un test per vedere se, dopo tanto scandalizzarci, siamo però in grado di dimostrare una sufficiente cultura artistica. 
Un po' per gioco, un po' no...

Qui l'articolo e il quiz

Grazie, prego, siamo educati sessualmente?

La frase è tratta dalla verifica di una mia alunna di quinta elementare sull'apparato riproduttore .
A proposito di educazione alla sessualità, in questi giorni ho trovato in rete un interessante documento, 
"Standard europei per l'educazione sessuale in Europa", quadro di riferimento per i responsabili delle politiche, autorità scolastiche e sanitarie, specialisti.

Io avrei aggiunto tra i fruitori le famiglie.

Ho poi scoperto che Radio Vaticana e altri siti hanno parlato di questo documento come di qualcosa di sconvolgente. Nell'articolo di Radio Vaticana si scrive "Emerge praticamente che, per esempio, ai bambini da 0 a 4 anni è consigliata la masturbazione infantile precoce e che i bambini da 4 a 6 anni dovranno essere istruiti sull’amore e sulle relazioni con persone dello stesso sesso."

Non è mia intenzione aprire anche una polemica con Radio Vaticana, ma invito chi tra i miei lettori è docente o genitore a leggere il documento ufficiale e a trovare tracce di scandalo. 

Non ho figli ma sono insegnante, nell'ambito dell'educazione scientifica ho sempre trattato anche temi di educazione sessuale e all'affettività, che ritengo indispensabili per un approccio sereno all'adolescenza. Tanti problemi tra maschi e femmine, tanta violenza e incomunicabilità, tanti errori si potrebbero prevenire parlando serenamente con i propri figli e studenti.

Qualche anno fa è stata bocciata nel mio Circolo la proposta di fare un corso di formazione per insegnanti su questo tema, la motivazione addotta era stata che "i bambini erano troppo piccoli". Peccato che poi dalla 1a media siano molte le bambine (prime a raggiungere l'adolescenza) a fare esperienze sessuali spesso in modo pericoloso, superficiale, e nella totale ignoranza.
Per pigrizia, disattenzione e superficialità li si lascia da soli davanti a trasmissioni televisive discutibili, con la televisione in camera e internet incontrollato, ma si trova scandaloso un documento sull'educazione sessuale...Che strano popolo...

Qui un articolo sul tema della sessualità precoce tra adolescenti della rivista "Il pediatra"


4.2.14

Il social per non socializzare


Navigando scopro per caso l'annuncio del Miur :

Il Ministero dell’Istruzione, consapevole della trasformazione in atto compiuta da queste nuove risorse tecnologiche, e dal processo rinnovatore nella didattica educativa e nella formazione segnato dall’interazione fra tecnologia mobile e concetto di rete ha pensato insieme ai ragazzi e realizzato con loro: www.webimparoweb.eu e www.ilsocial.eu
Entrambi social tematici, il primo per i ragazzi under 13 e il secondo per gli over 14, espressione di una piazza virtuale dove poter comunicare e socializzare le proprie esperienze, le proprie emozioni nel rispetto delle regole sulla sicurezza informatica, della netiquette e delle norme sulla privacy.
Ora tocca a te!!!
Basta cliccare su uno dei due pulsanti per entrare nel social a te più vicino per età.
e... BUONA SOCIALIZZAZIONE

Non credo sia indispensabile per i ragazzini sotto i 13 anni avere un socialnetwork ma l'esistenza di spazi appositamente creati per questa fascia d'età possono aiutare i docenti nell'educazione all'uso del web: il concetto di privacy, l'educazione nella rete, diritti e doveri, vantaggi e pericoli.
 Curiosa e contenta dell'iniziativa del ministero entro nello spazio Under 13...
......E' tra le cose più brutte e tristi che abbia visto ultimamente...Da un social progettato dal Miur mi aspettavo di più!!...O no...

Davvero il Miur, come scrive, "ha pensato e realizzato con i ragazzi questo spazio"?? Di che ragazzi stiamo parlando?

Per partecipare al social bisogna inviare i messaggi via email (...) non è possibile commentare, non è possibile inserire nessun tipo di foto (si fa riferimento ai principi della carta di Treviso sulla comunicazione)...Ben venga la sicurezza ma perchè non poter pubblicare la foto di un fiore, di un gatto, di un esperimento scientifico, di un cartellone??


Allora chiariamoci: se come dice il sottotitolo, i minori di 13 anni "non possono fare social" non lo si faccia. Per progettare e creare (chissà con che costi, non ci voglio pensare...) una cosa così triste e ferragginosa lasciateci socializzare in classe, nell'intervallo, tra di noi, con le nostre merendine.

Se invece è possibile fare social il Miur avrebbe dovuto progettare qualcosa di sicuro e intelligente, accattivante e stimolante, magari prima degnandosi di contattare qualche insegnante e qualche giovane e intelligente sviluppatore per avere un'idea di cosa piace ai ragazzini e di cosa potrebbe essere strategicamente e didatticamente interessante per i docenti.

Sarebbe stato bello leggere, magari qui a fondo pagina, che erano graditi giudizi e consigli...
Nessuno li ha voluti, temo che nessuno utilizzerà questo social...

Spero di essere contattata e smentita qui o altrove, io e altri migliaia di insegnanti avremmo molto da suggerire, come sempre.

Io sarò polemica e malpensante, ma dopo lo scandalo delle "PILLOLE DEL SAPERE" dubitare è d'obbligo.



Non sappiamo...


Sono giorni di scrutini a scuola...E tanti di noi diranno consegnando le schede "potrebbe fare di più..." , "non si impegna abbastanza...". Il più delle volte abbiamo ragione, ma in certi casi la scuola non è in grado di cogliere e valorizzare le potenzialità di qualche allievo. Riflettiamoci:-)

3.2.14

Ritorno al passato


Chi è e che cosa fa l'omino sulla scala nel corridoio gremito di una scuola?
Leggete, leggete...

Celo manca



C'é da riflettere sulla parola ''mancare''. Ricordi? Quando da piccoli collezionavamo le figurine dicevamo ''Mi manca'' davanti la figurina che non avevamo e ''Ce l'ho'' davanti la figurina già incollata sull'album. Ecco forse sta tutto qui, bisogna incollarsela una persona nel nostro cuore per non dire mai ''Mi manchi'' ma per dire sempre e per sempre ''Ti ho''.

A. Donaera