25.5.09

Sconfortante

da La Stampa



Maturità da amanuensi

Non viene aggiornato il software per gli esami di Stato: troppe modifiche alle norme negli ultimi mesi. Commissari e segreterie scriveranno a mano
FLAVIA AMABILE


Renato Brunetta, da ministro della Pubblica Amministrazione e Innovazione, ai computer tiene molto e proprio un mese fa ha annunciato l’ennesimo grande sbarco di pc nelle scuole: un milione di nuovi mini-pc verranno consegnati nel più breve tempo possibile alle elementari. E poi c’è la lavagna digitale e molto altro ancora. L’informatizzazione della scuola, insomma, procede a tutto spiano secondo le migliori intenzioni. Con alcune eccezioni. Gli esami di maturità, ad esempio. Quest’anno professori e segreterie dovranno scrivere tutto a mano. Un salto all’indietro di dieci anni che renderà difficile la vita di commissari e addetti all’amministrazione scolastica ma anche stampare i certificati in formato europeo con il curriculum.

La comunicazione sta arrivando in questi giorni alle scuole. L’Invalsi, l’istituto nazionale per la valutazione, aveva messo a punto il software nel 1999 e ogni anno rendeva disponibile sul suo sito gli aggiornamenti da scaricare. Quest’anno, invece, ha pubblicato un secco comunicato: «Il programma ‘Conchiglia’ per l’anno 2008/2009 non è stato aggiornato e quindi non deve essere utilizzato».

Il motivo? «Le modifiche previste dalla normativa rendono l’applicazione stessa obsoleta», spiega l’Invalsi. In realtà già negli anni scorsi gli esami avevano avuto modifiche, gli aggiornamenti del software erano riusciti più o meno a tenere dietro ai cambiamenti. Tra gli addetti ai lavori gira voce che questa volta fossero talmente tanti i tira-e-molla, i passi avanti e indietro senza ben capire dove si andasse a parare che il software si è arreso e si è messo in sciopero: impossibile seguire il ministro Mariastella Gelmini sulle sue novità introdotte a anno scolastico abbondantemente iniziato, dal voto in condotta, alle materie che alla fine faranno media, la cancellazione della privacy sui tabelloni finali o i voti in decimi.

E quindi tutto come ai bei tempi antichi. L’Invalsi fornisce le istruzioni su come prelevare i fascicoli dal suo sito e poi bisognerà armarsi di penna e pazienza. Badando bene a non compiere errori si dovrà compilare il registro degli esami in due originali con tutto l’andamento compresi i crediti formativi da descrivere. E poi ci si dovrà occupare del trasferimento dei dati alle segreterie: prima bastava un tasto, ora si dovrà ricopiare tutto. E si dovrà scrivere la composizione delle commissioni, i calendari delle prove. E, ancora, niente più anticipazioni: per avere i risultati sugli esiti della maturità si dovranno attendere macchinose elaborazioni.

Non che tutto andasse a meraviglia con il sistema ‘Conchiglia’, nome che ha provocato più di un’ilarità nel corso dei dieci anni in cui ha più o meno fatto il suo dovere. La rete è piena di avvertimenti su buchi, problemi, trucchi per aggirare le imprecisioni e le incompatibilità che di volta in volta si presentavano.

L’anno scorso, infatti, sempre per effetto di una circolare inviata dal ministro Gelmini fuori tempo massimo, il software era inutilizzabile per la pubblicazione dei tabelloni e infatti molte scuole li hanno scritti a mano. E poi c’è bisogno di scaricare la versione base e l’aggiornamento e installarlo sul pc, operazione che richiede un minimo di competenze che non tutti i professori possiedono.

«Ogni anno vado a caccia degli ‘informatici’ in grado di fare le verbalizzazioni - racconta Sara Carbone, docente dell’Istituto tecnico Armellini di Roma, da anni presidente nelle commissioni d’esame - Noi professori infatti ci dividiamo in umanisti, la maggioranza, non molto bravi nell’uso del computer, e informatici. Se non potremo usare il software sarà di sicuro più seccante il nostro lavoro in commissione ma mi sembra che questo sia solo uno dei tanti problemi della scuola in questi ultimi tempi: piove sul bagnato».

Antonio Varaldo insegna in un liceo paritario di Torino, da oltre dieci anni partecipa alle commissioni d’esame. «Non potremo usare il computer? Non cambierà molto. Per noi il pc è un’idea astratta, a volta stampiamo i moduli predisposti dal software ‘Conchiglia’ e li compiliamo noi e anche i verbali li redigiamo a mano». Di sicuro gli addetti alle segreterie non la pensano allo stesso modo.


Abbinatelo al racconto tragicomico di Marco Guastavigna...

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