27.1.11

Incubo matematica?


da la Stampa
Incubo matematica?
Tutta colpa dei maestri

Ricerca in quarta elementare:i bimbi si sentono inadeguati
maria teresa martinengo

"Mamma, sono negato, non capisco. Matematica è il mio incubo. Mi sento stupido». Quanti genitori riconoscono il proprio figlio in queste affermazioni? Tanti, probabilmente, perché tanti sono i bambini con un mediocre rapporto con i numeri, iniziato addirittura in prima elementare con un insegnante non attrezzato per sollecitare le abilità innate, dimostrate dalla ricerca psicologica.

A testimoniare una diffusa condizione di disagio è la ricerca «Atteggiamenti e credenze dei bambini nei confronti della matematica», condotta su 780 allievi di quarta in 17 scuole primarie di Torino e provincia: il 25% dei piccoli intervistati considera la materia «bestia nera», la meno amata, il 78% fa esperienza di «sentirsi bloccato e non sapere come proseguire» di fronte a un esercizio che crea difficoltà. Un terzo di questo 78% vive in maniera permanente nel panico quando c’è matematica. Per il 74%, poi, l’esperienza di essere bloccati si accompagna ad ansia e ad agitazione. L’indagine è stata curata dagli psicologi di TangramCentro Studi Processi e disturbi di apprendimento con il Centro di Psicologia Ulisse (specializzato in relazioni familiari ed educative). Le trenta domande del questionario - spiega la dottoressa Alessandra Petrolati - hanno indagato gli aspetti emotivi e le rappresentazioni che i bambini hanno della matematica, il perché di certe credenze che incidono sulla rappresentazione e la percezione di sé». Nonostante solo il 25% dichiari di non amare la materia, dal 78% che parla di malessere di fronte a un compito «è possibile ipotizzare che molti bambini sentano di non avere abilità, di non essere in grado di elaborare strategie per gestire la situazione. È come se pensassero che non c’è niente da fare».

Ed ecco l’ansia, l’agitazione. Un terzo dei bambini somatizza con mal di pancia, sudorazione. «Il “sentirsi bloccato” e il malessere, quindi una reazione emotiva intensa, fa supporre - riflette il dottor Mauro Martinasso, direttore del Centro Ulisse - che l’insuccesso in matematica veicoli per il bambino un significato che ha a che fare con un giudizio in merito alle proprie capacità e al proprio valore sia ai propri occhi sia a quelli degli insegnanti o dei compagni. E un’esperienza di questo tipo ripetuta può avere ripercussioni nella direzione di una ridotta autostima».

Una condizione che trova conferma in quel 50% di bambini che pensa che di fronte a un problema «la soluzione si trova subito o mai più». In pratica, la competenza in matematica come «abilità stabile», che si ha o non si ha. Non averla genera sofferenze. «Più significativo - prosegue la dottoressa Petrolati - è che oltre il 50% dei bambini pensa che “andare bene in matematica significa essere molto intelligente”». L’insuccesso, dunque, mette in forse le capacità intellettive globali. «Questi dati - conclude la dottoressa Cinzia Casini, psicologa impegnata con docenti e genitori nelle scuole - parlano del grande vuoto che esiste nel percorso formativo degli insegnanti, mostrano la necessità di lavorare per modificare le credenze sull’intelligenza e orientare l’azione in modo che le abilità matematiche siano vissute come modificabili e soprattutto in evoluzione. Non come un destino segnato.

La ricerca psicologica dice che “siamo tutti portati per i numeri” fin dalla nascita, ma sono fondamentali le opportunità che l’ambiente offre». La ricerca sarà presentata sabato alla scuola Casalegno, nel seminario «Intelligenza numerica e discalculia» con Daniela Lucangeli, ordinario in Psicologia dello Sviluppo dell’Università di Padova, tra i massimi esperti italiani di discalculia. "


Purtroppo sabato non potrò partecipare, ho letto solo oggi l'articolo e temo che le iscrizioni siano chiuse...Se qualche lettore andrà ci faccia sapere!

Sulla stessa "lunghezza d'onda" consiglio la lettura di un post scritto dall'amico Michele Maffucci, dal titolo "Chi ha paura della matematica? L’insegnante o l’allievo?". Si parla di scuole superiori, ma si sa che i problemi si trascinano e le lacune si allargano...a partire dai primi anni di scuola.

Mi piace la frase che Michele ricorda di aver sentito ripetere tante volte dalla sua insegnante: “Michele ricordati che la comprensione degli errori che fai in matematica è la cosa più importante per me, non pensare al risultato”. E' una frase che ripeto spesso ai miei allievi, la trovo incoraggiante e rassicurante, e assolutamente vera.

1 commento:

  1. Peccato che tu non possa andare perchè Daniela Lucangeli è davvero brava e soprattutto spiega quello che tutti noi insegnanti dovremmo sapere per non commettere errori di metodo e di atteggiamento che comporteranno per gli alunni il dis-apprendimento della matematica. Ho fatto con lei un corso di formazione di tre livelli ed ho imparato molto anche se c'è ancora da imparare altrettanto. Se vuoi approfondire ti consiglio "Intelligenza numerica" edizioni Erickson, sono tre volumi per fasce di età 3-6; 6-8; 8-11 acquistabili anche separatamente.
    Se ti riesce andarci, fallo, vale davvero la pena.

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