All'incrocio della grande piazza c'era l'ambulanza e tanta gente, e per terra un uomo, coperto dal telo dorato.
Scivolato sul ghiaccio, morto lì.
Ho visto solo le scarpe, con suole adatte al terreno scivoloso...
E poi ho pensato a quella morte assurda sotto questo primo sole, ai figli, ai nipoti, alla moglie, a una vita di cose ancora da dire, dare, fare...Alle persone che lo stanno aspettando, a chi non lo abbraccerà più, a chi non lo bacerà più.
Ho pianto per lui, per loro, e un po' per tutti noi che percorriamo le strade della vita camminando come su lastre di ghiaccio.
Seneca affermava che dovremmo vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo a nostra disposizione .. è triste da pensare.. ma forse.. ci renderebbe più sensibili ai sentimenti, alle relazioni quotidiane.. e a dar meno per scontate le cose e i sentimenti di tutti i giorni !
RispondiEliminaAssistendo a questi avvenimenti poi subiamo uno scossone che ci risveglia dal torpore della routine....
un abbraccio ;-)
Elena V.
Già...la vita...nella quale buttarsi aggredendo, disconoscendo, imbrogliando, urlando...per agguantare, a tutti i costi,...il nulla.
RispondiEliminaMi piace vivere in silenzio, facendo sì che i miei passi quasi non si sentano, e, camminando sù per le montagne, immaginare che tutto, laggiù, funzioni...così.
E poi tornare a valle, per rendersi drammaticamente conto che...si è camminato sulle tracce di un sogno...e niente di più.
Bello camminare sulle tracce di un sogno....
RispondiEliminaSì...è bello...
RispondiEliminaE' il mio modo di vivere, fra un momento ed un altro di 'quasi non vivere'...
Ed anche quando leggo questo blog...non in montagna, ma da casa...mi dà ancora il senso di inseguire le tracce di qualcuno che cammina, anche lui (o meglio, lei), di sogno in sogno...
Grazie...per il lasciare in giro 'tracce di sogni'...
grazie perchè ogni tanto passi di qui a leggerli...
RispondiEliminaSono fragili, ma finchè ci sono io sono viva