9.4.06

LE ELEZIONI.

Oggi la giornata era grigia, io temo di avere l'influenza, e guardando chi mi passava accanto andando ai seggi ho pensato più volte:"Ecco, questo va, vota, e siamo 1 a 1..." Non ho sentito lo spirito cantato da Gaber, che tristezza.

"Generalmente mi ricordo
una domenica di sole,
una mattina molto bella,
un’aria già primaverile
in cui ti senti più pulito
anche la strada è più pulita
senza schiamazzi e senza suoni,
chissà perché non piove mai
quando ci sono le elezioni.

Una curiosa sensazione
che rassomiglia un po’ a un esame
di cui non senti la paura
ma una dolcissima emozione,
e poi le gente per la strada
li vedi tutti più educati
sembrano anche un po’ più buoni
ed è più bella anche la scuola
quando ci sono le elezioni.

Persino nei carabinieri
c’è un’aria più rassicurante
ma mi ci vuole un certo sforzo
per presentarmi con coraggio
c’è un gran silenzio nel mio seggio,
un senso d’ordine e di pulizia.
Democrazia.

Mi danno in mano un paio di schede
e una bellissima matita
lunga, sottile, marroncina,
perfettamente temperata
e vado verso la cabina
volutamente disinvolto
per non tradire le emozioni
e faccio un segno sul mio segno
come son giuste le elezioni.

E’ proprio vero che fa bene
un po’ di partecipazione,
con cura piego le due schede
e guardo ancora la matita
così perfetta è temperata
io quasi quasi me la porto via.
Democrazia."

Giorgio Gaber

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