4.7.10

ESOF 2010


Dal dal 2 al 7 luglio a Torino si tiene la quarta edizione di «ESOF2010»; per una settimana Torino diventa capitale della scienza con la presenza di oltre 500 relatori provenienti da 42 paesi di tutto il mondo.

Ieri sera in Piazza San Carlo siamo andati ad ascoltare tre premi Nobel che raccontavano la loro esperienza, intervistati da Piergiorgio Odifreddi: Peter Agre, Gerard’t Hooft e Harold Kroto.

Peter Agre, interessato alle caratteristiche della membrana cellulare, scoprì l'acquaporina, una proteina integrale che forma parte dei pori della membrana e che è permeabile all'acqua, mediante la tecnica del "canale d'acqua".
Nel 2003 fu premiato con il Premio Nobel per la Chimica

Gerardus 't Hooft è un fisico olandese. Insegna fisica teorica all'Università di Utrecht nei Paesi Bassi. Vinse il Premio Nobel per la fisica con Martinus J. G. Veltman per "aver spiegato la struttura quantica delle interazione elettrodebole". L'asteroide 9491 Thooft porta il suo nome; ha scritto una costituzione per i suoi futuri abitanti.

Sir Harold Walter Kroto, un chimico inglese di origine tedesca, è stato ricercatore presso il National Research Council di Ottawa e i Laboratori Bell e dal 1967 insegna all’Università del Sussex. Si è occupato di spettroscopia elettronica e Raman, e di nanotecnologie. Nel 1996 ha vinto, insieme a Robert F. Curl e Richard E. Smalley, il Premio Nobel per la chimica per la scoperta dei fullereni.
Impegnato nella divulgazione scientifica, è fondatore di una società di produzione di filmati scientifici per la BBC e attivo nella difesa dell’ambiente.

E' stata una bella esperienza sentir parlare tre premi Nobel della loro infanzia, dei loro sogni, di quanto la scuola li abbia aiutati. Tre persone dalla grande intelligenza ma molto simpatiche e gradevoli.

Ho catturato per voi alcune foto, ma soprattutto tre piccoli video in cui ognuno di loro lascia un messaggio importante. Guardateli.

Molto divertente quando Hooft ha recitato cantando la filastrocca degli elementi chimici, ovviamente in inglese. Qui la potete leggere in italiano.

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