Dopo tanto lavoro siamo orgogliosi di presentarvi il nostro lavoro.
Abbiamo fatto ricerche a gruppi, scritto tutte le pagine del libro
e inventato giochi davvero difficili.
Pensieri, parole, opere, e soprattutto omissioni (Mi piace l’ordine, ma non sono praticante)
Dopo tanto lavoro siamo orgogliosi di presentarvi il nostro lavoro.
Abbiamo fatto ricerche a gruppi, scritto tutte le pagine del libro
e inventato giochi davvero difficili.
A scuola abbiamo conosciuto Bansky .
Ecco le nuove opere apparse sui muri delle case distrutte in Ucraina in questi giorni. L'autore è Bansky.
Queste meduse sono state costruite da Susanna Fiori e da Sabrina Costantini Always unicamente con fili di metallo e perle di Murano, antiche perle ritrovate in magazzino e perle vintage. Sono state esposte al piazzale Santa Maria Elisabetta al Lido di Venezia.
PER RACCONTARE USIAMO ANCHE QUESTA RUOTA FATTA DAL MAESTRO ROBERTO
22 anni fa ha avuto inizio una semplice adozione a distanza. A luglio abbiamo avuto la prima occasione da allora di abbracciarsi e stare insieme.
Abbiamo camminato, pedalato, visitato musei e città e cucinato piatti tipici e fatto migliaia di foto.
Due raccolte utilissime per tante attività.
Da sabato 13 a lunedí 22 agosto 2022.
Questo è stato il sogno avverato di un viaggio già fatto vent'anni fa, e che era rimasto nel cuore.
Questo è stato un viaggio per onorare il fiume Po e tutti i fiumi a lui legati, in un anno che li ha visti ridotti ai mimini termini, un anno che temiamo sia solo il preludio di ciò che sarà.
Da Torino al delta in bicicletta, seguendo anse e argini, strade e piste ciclabili.
Le tappe:
Pedalare imparando
Quando il viaggio sugli argini o in certe strade secondarie diventava un po' monotono ricordo che anni fa accendevamo una radiolina e viaggiavamo appaiati. In questo viaggio abbiamo messo le cuffiette e ascoltato i podcast di Alessandro Barbero. E' stato un viaggiare immersi nella natura e nella storia, tre puntate sulla prima guerra mondiale, poi Caporetto, poi la guerra civile americana...
Animali incontrati
Uccelli trampolieri di tutti i tipi compresi gli ibis sacri, che da anni abbiamo scoperto che hanno scelto le risaie del Piemonte.
Anatre e cormorani.
Cerbiatti, lepri e qualche nutria.
Sole e pioggia
Abbiamo avuto giornate molto calde che non ci hanno permesso di "spalmare" in più ore le pedalate. La prudenza ha suggerito di concentrare gli spostamenti dalla mattina verso le 8 fino alle 14.
La tappa che doveva avvicinarci a Ferrara era troppo lunga, avevo optato per una notte nel paese di Bondeno. Sapevate che esiste Bondeno in provincia di Mantova e Bondeno in provincia di Ferrara? Noi no, e siamo finiti sotto il diluvio a Bondeno di Mantova. Ce ne siamo accorti quando abbiamo chiesto informazioni nel piccolo bar ristorante in cui siamo rifugiati e abbiamo mangiato gnocco fritto e affettato.
A quel punto era tardi, continuava a piovere e la soluzione migliore è stata pedalare per qualche chilometro per poi prendere un treno ed arrivare direttamente a Ferrara.
Lì nella notte si è scatenata la bomba d'acqua e abbiamo scoperto che proprio Bondeno di Ferrara era stato il paese più colpito il giorno prima.
A Ferrara ci siamo fermati un giorno in più, al mattino erano evidenti i danni provocati dal passaggio della depressione atmosferica, strade e sottopassi allagati, alberi abbattuti...Il sole è riapparso in tarda mattinata regalandoci la possibilità di camminare più comodamente tra le vie di questa bellissima città, con il suo centro storico grande, pedonale e ciclabile.
Acqua che manca, acqua sprecata.
Nonostante la grave siccitá, i pilastri dei ponti completamente scoperti e le grandi isole sabbiose, lungo il percorso abbiamo visto chi ancora nelle ore più calde innaffia i campi di mais con gli idranti, ma soprattutto ci ha colpito vedere coltivazioni bruciate dal sole a fianco di campi da golf e da calcio verdissimi, e i verdi fossi bagnati intorno alla ditta Bulgari a Valenza. Contraddizioni forti, quando mangeremo palline da golf e gioielli forse ne capiremo il motivo.
Treni e bici
Abbiamo potuto apprezzare alcune delle migliorie fatte per chi vuol trasportare le bici in treno. Il rientro da Rovigo ha imposto tre cambi su regionali, alcuni con
le nuove carrozze adibite al trasporto bici. Ottima cosa ma i posti sono solo 4 per treno, e se il treno è molto affollato le persone si accalcano e appoggiano sulle bici. Eppure abbiamo pagato 3 euro e 50 a bicicletta. Soprattutto d'estate è importante aumentare i posti per permettere ai tanti ciclisti e cicloturisti di usufruire del treno per alcuni spostamenti e i rientri.
Nessun sottopasso di stazione è attrezzato per cui bisogna sollevare bici e borsoni e fare le scale, certo faticoso e rischioso se si fa tra la gente.
Un altro problema è che non si ha modo di sapere in anticipo dove sará la carrozza per le bici e per coincidenze molto veloci questo si rivela stressante.
La cosa più bella
La cosa più bella è il viaggio, il continuo lento movimento. Quando pedali sugli argini vedi il mondo scorrere un po' più in basso, sei parte di un immenso diorama. Ci si stupisce ed emoziona per uno stagno coperto di verdissime lenticchie d'acqua, il volo di un airone, le increspature sull'acqua del fiume al tramonto, le risaie, i filari di pioppi, i casolari abbandonati rivestiti dai rampicanti...
Siamo partiti in treno alle 5:55 dalla stazione di Grugliasco, con le nostre bici e il nostro carico nelle borse e aspettative nella testa.
Arrivati a Bardonecchia, dopo uno strudel e un caffè, abbiamo iniziato a salire verso la Valle Stretta, per poi continuare fino al Colle della Scala. Finalmente un po' di fresco, anche se già scendendo verso Briancon le temperature sono tornate a salire...
Abbiamo proseguito fino a quella che avevamo stabilito come prima tappa: Guillestre. Lungo la strada il caldo si è fatto davvero pesante, ed è stata una vera gioia fare una pausa vicino a questo piccolo lago, accompagnati da una piacevole musica manouche.
A Guillestre per raggiungere l'albergo c'era ovviamente un'ultima salita al 12 %.
Il viaggio del giorno dopo ha previsto il bel percorso lungo la valle del Queyras e la risalita lungo la strada che porta al Colle dell'Agnello, ma ci siamo fermati a 13 km dalla vetta dove avevamo prenotato presso un rifugio, lo Chalet Genepy, a Molliéres en Queyras. Per raggiungerlo la salita era molto peggio di quella del giorno prima, ma la fatica è stata ricompensata dalla vista e dalle decine e decine di marmotte che uscivano e correvano e fischiavano nel prato dietro al rifugio. Oltre alle marmotte c'erano anche le pecore e abbiamo avvistato un lupo.
All'alba del giorno seguente siamo ripartiti e abbiamo affrontato la salita al Colle dell'Agnello. Molti anni fa avevamo già raggiunto il Colle ma dal versante italiano. Dal versante francese la salita è meno dura e il paesaggio è bellissimo. Il rifugio a due km dalla cima apriva qualche ora più tardi ma i responsabili avevano lasciato a disposizione un thermos di caffè caldo e dei biscotti per chi fosse passato di lì.
Al Colle i polmoni si sono riempiti di ossigeno e aria fresca e gli occhi hanno spaziato dal versante italiano a quello francese. Ci aspettavano poi tantissimi chilometri di discesa, interrotti solo da un panino al vitello tonnato a Ponte Chianale, per arrivare a Saluzzo.
Il caldo soffocante ci ha suggerito di fermarci per la notte, e la mattina dopo abbiamo percorso gli ultimi 60 chilometri fino a casa.
Rientriamo in città, con un clima meteorològico e politico soffocante, ma con negli occhi e nel cuore tanta bellezza commovente. La natura è lì, maestosa e fragile, basterebbe saperla amare e rispettare saprebbe renderci tutti felici.