Intervista al Presidente della società Zetasocial del gruppo Zucchetti produttrice della piattaforma Social Classroom.
- Com'è nata l'idea di socialclassroom?
In azienda ci occupiamo di
piattaforme Social (Social Intranet e Social Publishing) e le Social Community
sono l’oggetto principale del nostro lavoro.
Ma da padre di due figlie alle prese
con le “nuove problematiche” legate al mondo della scuola, ho vissuto
attraverso loro l’impatto dell’innovazione tecnologica introdotta nelle scuole
Ho avuto l’esperienza di una figlia che
improvvisamente si è trovata con un tablet in mano, dentro una classe
2.0. E il problema non è solo dei ragazzi che si trovano apparentemente a loro
agio con gli strumenti tecnologici ma anche degli insegnanti spesso impreparati
a declinare le proprie competenze per mezzo di una tecnologia che non è ancora uno
strumento didattico.
Abbiamo approcciato il problema
partendo da un analisi “dal basso”, parlando con gli insegnanti. E’ nato tutto
così: il contatto con questo mondo da un
lato e i nostri strumenti ed esperienza dall’altro, ci hanno permesso di dare
forma a Social Classroom: una piattaforma social per la didattica WEB 2.0
Sviluppando un progetto ampio e
completo per gestire “la scuola” fatta di tanti insegnanti, classi, ragazzi,
materie. Ne è venuto fuori un ambiente articolato per le varie possibilità ma
al contempo semplice. La decisione di riportare nel mondo della scuola le
modalità di interazione e le interfacce simili a quelle del più ludico facebook
è stata vincente: siamo riusciti ad abbattere completamente la curva
d’apprendimento rendendo anche gradevole lo strumento.
La scommessa infatti era quella di
creare davvero uno strumento che semplificasse il lavoro portando del valore
senza oberare gli insegnanti con sovrastrutture e ulteriore impiego di tempo in
ciò che non è di per sé “didattica”.
-
Cosa offrite a chi lavora nel mondo della scuola?
Offriamo una piattaforma social, un
supporto diretto on line ed off line costante, soprattutto in fase di attivazione;
offriamo l’accesso diretto ad una community di insegnanti dove si dialoga,
nascono crescono e si sviluppano nuove idee sulla didattica e sul metodo di
studio (http://social.libriliberi.it
è una community per docenti e studenti DSA e BES).
Offriamo uno strumento utile per chi
vuole sperimentare metodi nuovi per insegnare
coinvolgendo ragazzi che hanno sviluppato modalità di apprendimento
diverso. I ragazzi sono nativi digitali: leggono studiano si informano usando
la rete, vivono sui social. Stiamo (molto lentamente) abbandonando la fase
della carta sprecata in fotocopie per appunti e approfondimenti, o il solo
frontale relegato a qualche ora extra, per la gestione dei recuperi.
Con Social Classroom i contenuti preparati dall’insegnante sono
sempre disponibili e on line. L’insegnante dispone di uno strumento ottimale
per compiere un’operazione educativa fondamentale ai tempi d’oggi dove l’uso di
internet è così pervasivo: può educare i ragazzi ad orientarsi nella giungla
dei materiali più o meno validi presenti in rete, operando una selezione ed una
proposta ed insegnando a “scegliere” le risorse. Non si ha necessità esclusivamente
del tempo dell’ora frontale per apprendere o per dialogare perché le lezioni e
i contenuti sono sempre disponibili per chi ha bisogno di rivedere, chiedere,
comprendere. La lezione rimane lo strumento fondamentale, ma la piattaforma
aiuta, semplifica, costruisce valore nel tempo.
Ma la cosa più importante che vorrei
sottolineare è che la piattaforma non deve essere vista come “tecnologia”, ma
piuttosto come un vero e proprio strumento d’aiuto alla didattica di ciascuno.
Dall’analisi dei vari casi (Abbiamo
al momento più di 400 installazione ) abbiamo constatato che lo strumento
consente di applicare modelli di insegnamento innovativi (notare non
strumenti, ma modelli) in cui l’insegnante diventa il regista e i ragazzi i
veri protagonisti. Vi è maggiore collaborazione e soprattutto coinvolgimento.
Usando il linguaggio e lo strumento a cui il ragazzo nativo è ormai abituato,
si attiva la sua volontà, curiosità, partecipazione, pro attività. Si apprende
meglio e per più tempo, in modo più proficuo, il tempo dell’apprendimento si
dilata ma soprattutto si ampliano le possibilità anche di rendere più evidente
la propria personalità. Questi diventano quindi strumenti aggiuntivi e
complementari per l’insegnante, sia dal punto di vista dell’approfondimento dei
contenuti, sia come vero e proprio strumento e metodo didattico.
In
base alla sua esperienza se dovesse definire in “tags” i benefici di Social
Classroom, che parole userebbe?
Abbiamo recentemente avviato una
ricerca e uno studio condotto da alcuni esperti in campo educativo, che
sull’analisi delle esperienze reali, stanno cercando di valutare lo strumento
proprio dal punto di vista didattico. Rispondo con le parole che sono state da
loro “estratte” dalle varie esperienze:
Inclusione
|
Collaborazione
|
Coinvolgimento
|
Didattica attiva
|
Approfondimento
|
Semplificazione
|
Educazione ai nuovi
strumenti
|
Ascolto/Dialogo
|
Comprensione
|
Gestione delle varie
velocità d’apprendimento
|
Ci
descriva meglio in che cosa consiste la piattaforma Social Classroom.
Social Classroom può essere attivata
sia dal singolo insegnante in modo autonomo, sia dalla scuola la quale decide di attivarlo come strumento condiviso,
coinvolgendo anche genitori, tutor, personale di segreteria ecc, altre scuole,
altri docenti, Miur, ricerche interscolastiche e interdisciplinari.
L’insegnante che lo attiva può
gestire le varie classi e le materie insegnante (organizzazione in gruppi di
lavoro).
All’interno di ciascun gruppo potrà
condividere contenuti. Ma che cos’è un contenuto per social classroom?
Un contenuto è un approfondimento in
forma di testo o di documento allegato
(in qualunque formato esso sia:
proprietario o open (word,
immagini, power point, pdf .. tutto ciò che oggi viene stampato e fotocopiato).
Un contenuto è anche un link ad un sito internet che
approfondisce o tratta un certo argomento, ma anche un video preso da youtube, vimeo, o da altri canali.
La domanda più frequente è: ma se i
contenuti esistono già in rete, che bisogno ho di social classroom?
La rete è piena di contenuti più o
meno ben fatti. Lo studio libero in rete presuppone tempo e capacità di
discernimento. L’insegnante è colui che ha la preparazione e la missione di
insegnare ai ragazzi anche il metodo di studio. La preselezione del materiale
innesca il meccanismo virtuoso per cui:
-
Si comprende senza inutili perdite
di tempo quali sono i buoni materiali.
-
I materiali già organizzati non
generano dispersione
-
Innescano il meccanismo della
ricerca per similitudine: abbiamo visto molto casi in cui in risposta allo
stimolo dell’insegnante i ragazzi sono stati capaci di proporre a loro volta
buoni materiali. Inutile credo approfondire con la platea degli insegnanti il
valore educativo e formativo di questo tipo di dinamica.
Un
contenuto è anche una wiki:
un testo su cui ragazzi ed insegnanti possono lavorare a più mani per
raggiungere un risultato a più mani, dove è possibile riconoscere il contributo
di tutti.
Social Classroom fornisce inoltri
strumenti come la video lezione:
l’insegnante può creare la propria lezione anche video semplicemente usando la
webcam del proprio computer e corredarli di link, documenti e altri testi.
Attraverso Social Classroom si
possono inoltre erogare test per la
verifica dell’apprendimento ( i ragazzi possono auto verificare il proprio
apprendimento in preparazione ai compiti).
La piattaforma fornisce poi il calendario per la pianificazione di
compiti, interrogazioni, altri eventi e la programmazione didattica diviene
davvero condivisa e trasparente.
Ma la cosa importante è che ciascun
contenuto può essere “commentato” (e si creano interessanti discussioni) ma
anche proposto dagli stessi studenti (ruolo regista – attore).
Il tutto in un ambiente protetto e sicuro, monitorato
dall’insegnante che può intervenire in ogni dinamica e su ogni contenuto ove ce
ne sia la necessità.
Ha
parlato di protetto e sicuro, quindi garantisce la privacy ed è a norma con le
leggi italiane?
Questo
in realtà è uno dei cavalli di battaglia della nostra piattaforma. Un social
network nasce col preciso scopo di essere attrattivo. È una trappola, è il paese
dei balocchi che ci viene concesso in uso al fine di vendere noi e la nostra
identità, i nostri dati, vendere la nostra attenzione a chi ci vuole
indirizzare messaggi pubblicitari, vendere i nostri dati a chi fa statistica
marketing.
Tutto
questo avviene con la nostra autorizzazione espressa ed esplicita che autorizza
il produttore di turno ad usare i nostri dati in modo chiaro, direttamente e
indirettamente in ogni ambito.
È
pensabile che tutti i dati relativi alla didattica possano andare persi senza
nessun coinvolgimento da parte del fornitore ? quali garanzie vengono date ?
c’è un contratto scritto e firmato ?
È
paradossale, nel nostro sistema normativo, quando emettono una fattura a mio
nome, io devo dare un consenso esplicito e firmare documenti cartacei al fine
di consentire a qualcuno di gestire i miei dati contabili, che di solito sono
limitati ad una stringatissima anagrafica corredata da una partita iva o codice
fiscale. Viceversa c’è qualcuno che pensa di poter affidare ad un social network
non solo anagrafiche complete, ma anche di poter affidare a società che non
rispondono alle leggi italiane, un insieme spaventosamente ricco di
informazioni altamente riservate e ultra sensibili su soggetti di minore età.
Supponiamo
che all’interno di una materia umanistica vengano espresse opinioni, o
comunicati dati relativi alla salute, parlando di dieta e di cibi per celiachi,
diabetici, piuttosto che kosher (dati sull’orientamento religioso), o più
semplicemente che esprimano tendenze e orientamenti politici o sessuali. È
possibile pensare di affidare questi dati a qualcuno che risponde alla
normativa delle Antille? Cosa accade se questi dati vengono trafugati ? o
peggio, venduti ?
Chi
è responsabile ?
Il
garante delle Privacy ha diramato una serie di documenti che sono raggiungibili
anche sul web ad interpretazione della normativa vigente. Consultabili on line:
Noi abbiamo affrontato il problema
in modo credo più che serio. Social CLassroom attualmente è l’unico
prodotto che attraverso la firma di un contratto esplicito, garantisce la
scuola ma anche il singolo insegnante che lo utilizza:
-
L’assoluta sicurezza del trattamento
dei dati personali (secondo quanto sancito dalla legge)
-
La residenza di tutti i dati in una
server farm italiana
-
Esplicita nome e cognome del
responsabile del trattamento dei dati.
Sottolineo il fatto che spesso,
quando attiviamo certi prodotti, noi “spuntiamo” tramite check box delle lunghe
clausole inerenti la privacy, clausole che spesso non leggiamo e in quelle
clausole e non c’è una presa in carico di responsabilità, ma l’esatto opposto:
cioè una deroga a quanto previsto dalla legge italiana!
L'utilizzo
di socialclassroom è gratuito?
Ne esitono due versioni: la prima in
versione Insegnante è riservata al singolo insegnante ed è gratuita. Per
utilizzarla è sufficiente richiedere l’attivazione compilando una semplicissima
form disponibile sul sito www.socialclassroom.it .
L’insegnante riceverà il link (http://cognomenome.socialclassroom.it)
e le credenziali d’accesso insieme ad un piccolo manuale a supporto delle prime
operazioni di configurazione base per attivare le proprie classi. Anche nella
versione singolo insegnante l’insegnante può creare la propria community ed
estenderla ad altri docenti e creare gruppi interdisciplinari.
La seconda: attivata dalla scuola
prevede un costo calcolato sul numero degli studenti abilitati in pratica
rimane gratuita per il corpo docente e non docente e per tutti gli altri
invitati nei vari gruppi di lavoro. Si tratta di una configurazione più estesa
ed articolata per una intera scuola su cui prevediamo impatto di banda e spazio
più cospicuo e che garantisce backup costanti atti a garantire l’integrità dei
dati e il salvataggio di ogni attività. In pratica Social Classroom garantisce
ceh nessun dato o attività possa essere né perso né ceduto a terzi. Social
Classroom ha inoltre la possibilità di attivare il modulo webinar per i
seminari e lezioni on line. Vi sono aree
dedicate ad attività generali della scuola (Biblioteche, Gite, Diffusione,
collegi docenti ecc.).
La nostra aziende promuove
iniziative etiche per cui si valutano caso per caso eventuali aiuti per
consentire a scuole con meno possibilità di investimento, l’accesso all’uso
della piattaforma.
In definitiva il costo di 80
centesimi mese/studente serve a garantire dati sicuri e rispetto assoluto della
privacy.
-
Oltre al fatto di essere in italiano, qual è il vostro punto di forza rispetto
a realtà più grandi come ad esempio Moodle?
La semplicità d’uso. La velocità si
start e avvio. E devo dire la gradevolezza dell’interfaccia. Anche la
flessibilità e la sicurezza giocano a favore di social classroom. Il motivo è
semplice: le piattaforme derivano da un sw sviluppato per le aziende dove è
molto importare articolare permessi ed autorizzazioni con granulometria molto
fine, e configurare ogni possibile
situazione in modo sicuro. Anche Moodle, molto valido, ha varie opzioni di
configurazione, ma le operazioni non sono semplicissime da imparare (il tempo
che un insegnate deve impiegare per attivare e configurare il proprio ambiente
è assolutamente superiore al tempo necessario per ottenere lo steso risultato
con social classroom).
Altro vantaggio: un team di persone con cui parlare
che si occupano non solo di tecnologia ma di come usarla bene per raggiungere i
propri obiettivi e che hanno un canale diretto ad un Editore che parla di
didattica e metodo di studio.
-
Pensate di introdurre nuove funzionalità in futuro?
Certo! Contattiamo con cadenza
costante o tramite newsletter i nostri utenti chiedendo esplicitamente di farci
avere i propri feedback. Queste piattaforme per noi sono sempre “work in
progress”: cresceranno integrando l’esperienza e codificando le esigenze di chi
lo usa d’avvero. Per rimanere aggiornati consultate il nostro sito www.socialclassroom.it
e iscrivetevi alla newsletter!
Socialclassroom si aprirà al mobile?
(smartphone, tablet, etc)?
Sono già disponibili le App per iPad,
e Android, Tablet e Smarthphone.
Federico Del Freo