Noi della 3a C stiamo seminando e trapiantando piantine dopo aver zappato il nostro piccolo appezzamento di orto scolastico (anche grazie all'aiuto del maestro Salvatore). Abbiamo ricevuto in regalo alcune piantine di pomodoro e di zucca, semi di zucca, semi di carota e di girasole, e alcune piantine per il nostro angolo odoroso (avevamo già rosmarino, salvia e menta). Ne approfittiamo per osservare, anche con l'aiuto di lenti, piccoli insetti, larve e lombrichi.
Un altr'anno vorremmo diventare coltivatori più preparati, e studieremo i giusti periodi di semina e le consociazioni tra le piante (quali si aiutano stando vicine).
Coltivare insieme diversi tipi ortaggi è una tecnica conosciuta con il nome di consociazione, cioè consociare o associare ortaggi che riescono ad aiutarsi l’uno con l’altro. Tra gli ortaggi esistono simpatie e antipatie, inspiegabili dal punto di vista razionale ed invisibili ad occhio nudo. Questi “sentimenti” che gli ortaggi riescono a provare sono su base biochimica; le secrezioni radicali e gli aromi di ogni singola pianta sono importanti perché, per esempio, alcune non tollerano proprio l’odore emanato da altre e il rischio è una crescita stentata o addirittura la morte della stessa pianta.
Altre consociazioni, invece, sono addirittura benefiche, in quanto hanno azioni preventive e curative sulle piante vicine. Questo si verifica spesso con le piante aromatiche che sarebbe sempre bene avere in orto: primo perché sono belle e buone, secondo perché aiutano gli ortaggi. E’ il caso, per esempio, della santoreggia che tiene lontano gli afidi dai fagioli nani, mentre timo, menta e salvia tengono lontano la cavolaia, la farfalla i cui bruchi sono devastanti per i cavoli.
Piantato vicino agli ortaggi, il tagete tiene lontani eventuali animaletti che potrebbero curiosare tra le piante. Ciò che più conta, però, è l’azione delle sue radici: le sostanze che rilasciano nel terreno tengono lontani i nematodi, parassiti pericolosi soprattutto per le patate, le melanzane e i pomodori. Per questo motivo, il tagete è presente in quasi tutti gli orti sinergici.
Il fiore di tagete viene detto anche “fiore puzzola”, tanto è sgradevole l’odore di alcune varietà. Eppure, api e farfalle adorano l’aroma pungente della pianta e vi si precipitano con golosità. Ciò aumenta la presenza di insetti impollinatori nei pressi degli ortaggi, aiutando il naturale ciclo riproduttivo delle piante.
In autunno, i fiori di tagete producono tanti semi da raccogliere e conservare in vista dell’anno successivo.
- Aspetta che la pianta cominci a sfiorire.
- Raccogli i fiori che stanno cominciando a seccarsi.
- Falli finire di seccare all’asciutto.
- Scuotili e raccogli i semini che cadranno dalle capsule.
- Conserva i semi in una busta di carta da conservare in un posto fresco e ventilato.
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